Il fratello di uno dei fermati: “Paghi per ciò che ha fatto a Thomas”

Emergono particolari agghiaccianti del feroce delitto del 17enne nel parco pescarese. Foto in spiaggia dopo l’esecuzione

TERAMO – “E’ pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia“. Lo ha detto al Tg1, Simone, il fratello maggiore di uno dei due indagati per l’omicidio, a Pescara, del 17enne Thomas Luciani.

Ora devo fare i conti con la ferocia e l’indifferenza di cui parlano le indagini – ha aggiunto il giovane – io ho pianto per Thomas, a me e alla mia famiglia dispiace innanzitutto per Thomas perché lui non c’è più. Da domenica sto vivendo l’inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare“.

La madre di uno dei due fermati, invece, afferma: “Prego per chi c’è e per chi non c’è più. Credo nella giustizia, ma posso solo pregare“. Intanto Pescara è una città sotto choc. Nel capoluogo adriatico non si parla d’altro e sui social è un tam tam di post e commenti. Numerose le persone che hanno raggiunto il parco per lasciare fiori e biglietti in memoria del 17enne.

Dopo gli agghiaccianti particolari emersi dall’interrogatorio di uno dei testimoni del feroce delitto, emergono altri particolari della serata di domenica. Come le foto in spiaggia, con pugno sul petto e atteggiamento fiero. E’ una di quelle trovate sul telefono di uno dei due 16enni fermati per l’omicidio di Christopher Thomas Luciani, scattata alle 18.21 di domenica, poco dopo il delitto nel parco. Lo smartphone in questione fa parte del materiale sottoposto a sequestro. L’immagine è allegata al decreto di fermo della Procura presso il tribunale per i minorenni dell’Aquila. Nel provvedimento sono presenti anche alcuni fotogrammi delle immagini dei sistemi di video sorveglianza presenti nella zona del parco.

Si vede il gruppetto di ragazzi, tra cui la vittima, all’interno dell’area verde, alle ore 16:54. Poi alcuni di loro si spostano verso la vegetazione, dove il 17enne è stato ucciso. Dalla vegetazione usciranno poi alle 17:21. “Il ragazzo con la felpa bianca e le bermuda blu, poi identificato in Luciani Christopher Thomas – si legge – non si vedrà più uscire“. Le immagini consentono di confermare anche quanto emerso dalle testimonianze dei ragazzi e, cioè, che uno dei presunti assassini si è cambiato tra la vegetazione, prima di ricomparire davanti alle telecamere.

Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire, quando poi ci siamo ricongiunti al resto del gruppo tutti hanno saputo cosa era successo perché io, giunto per primo, l’ho raccontato. Nonostante l’accaduto siamo andati al mare a fare il bagno“. E’ uno dei passaggi della testimonianza del 16enne che ha lanciato l’allarme dopo l’omicidio di Thomas. Il ragazzo, dopo il bagno al mare, una volta a casa, presumibilmente tre o quattro ore dopo i fatti, ha raccontato tutto ai genitori, facendo scoprire l’accaduto.
Io non ho reagito in alcun modo – ha detto ancora il giovane – Christopher faceva dei versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui era a terra, con una gamba accavallata all’altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro“.

E ancora: “Io ero davvero frastornato ed ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ne ho parlato” con il padre, che poi ha lanciato l’allarme. Durante l’interrogatorio il giovane ha anche mostrato lo scambio di messaggi con un altro ragazzo del gruppo, in cui “si parla della necessità di denunciare l’accaduto“. Il testimone chiave del delitto, ha raccontato l’amico durante la testimonianza, una volta uscito dalla vegetazione “era completamente giallo in viso e sembrava stesse per svenire“.
Mi accorgo che è completamente scioccato“, ha raccontato un altro giovane del gruppo, ascoltato dagli inquirenti. “Gli chiediamo che cosa sia successo e lui ci dice ‘è morto‘. Dopo poco escono dal vicolo” anche i due ragazzi sottoposti a fermo, “non ricordo le parole precise che hanno detto. Ci hanno fatto capire che è morto e che lo avevano accoltellato“.

I due minorenni sono in stato di fermo e posti in custodia in due diversi centri di accoglienza, all’Aquila e a Roma, in attesa di essere ascoltati.

 

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